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domenica 3 maggio 2015

Rovigo, la mancanza di una provetta fa annullare l'impegnativa. All'Ospedale distributori per caffè e ristoro, ma non per i dispositivi sanitari.

Riceviamo e pubblichiamo da Elisabetta Russo, candidata con la lista civica La SINISTRA PER L'ALTRA ROVIGO, Livio Ferrari Sindaco.

Basterebbe iniziare dalle piccole cose per avere  una città  con meno disagi e renderla più vivibile.
Se penso ad un luogo in cui vorrei vivere non andrei in realtà molto più distante del luogo in cui già risiedo: Rovigo, la città in cui sono nata, cresciuta e nella quale ho ancora i miei affetti più cari e dove io stessa ho creato la mia famiglia. Non sono una persona cieca al resto del mondo e per quanto ho potuto ho viaggiato e ho visto indistintamente bellezza e brutalità dei luoghi che ho visitato. Ma alla fine di ogni viaggio ho sempre desiderato tornare a CASA. Nella mia città che qualche tempo addietro è stata definita "la città più noiosa d'Italia" non solo non mi sono mai annoiata ma non mi è mai mancato nulla... Almeno fino ad una decina d'anni fa quando più che la noia ho visto maturare una certa INERZIA nelle PERSONE, nelle ISTITUZIONI  e soprattutto nei SERVIZI. Certo questa caratteristica non è prerogativa soltanto della mia città ma di un modo di vivere generalizzato che ha in qualche modo obbligato le persone a chiudersi in se stesse e a non vedere più in là del proprio specifico interesse, a disinteressarsi del prossimo perché è diventato luogo comune che ciò che non si conosce è necessariamente pericoloso e inaffidabile, che ci ha abituato ad un'inerzia dannosa nel modo di pensare, perciò molto spesso non si dice ciò che si pensa perché tanto è inutile se non controproducente. Un'inerzia che ci sta abituando sempre più a vivere nascosti perché fare outing tante volte isola quando non penalizza. Nessuno pensa però che questo isolamento voluto o involontariamente accettato ci ha resi schiavi di un sistema dove non esiste coesione sociale e contravviene al famoso motto 'l'unione fa la forza' dove la forza consisteva nella capacità di far valere i propri diritti e nella garanzia di vederli realizzati, di costruire un sistema di mutuo soccorso o come si dice oggi di welfare dove nessuno poteva e doveva rimanere ai margini perché il risultato in termini sociali era più della somma delle singole parti. 
Tutto questo preambolo per raccontare un fatto che mi è successo nell’ospedale civile di Rovigo e che solo grazie all’intelligenza e all’umanità di un medico e del suo staff ha permesso di superare un inconveniente che secondo la logica del buon senso non avrebbe nemmeno dovuto presentarsi perché già risolto fin dall’origine e cioè da quando due anni fa circa si è entrati nel regime del ‘taglio alla spesa pubblica’ (anche se continuo a chiedermi se si può effettivamente tagliare sulla spesa pubblica quando crea un servizio al cittadino ..). Mio figlio ha solo 5 anni e fortunatamente sa usare autonomamente la toilette e la sa usare talmente bene che il giorno in cui avrebbe dovuto fare l’esame delle urine non ho fatto in tempo a prendergliele. Ho pensato ingenuamente che la cosa sarebbe stata facilmente risolvibile, le avrebbe fatte in ospedale, al massimo avrei comprato un contenitore presso quei distributori automatici che ormai sono in tutte le strutture sanitarie. Avevo fatto male i conti: all’ospedale civile di Rovigo questi distributori non ci sono e nonostante i continui reclami non sono ancora stati acquistati. Risultato: l’accettazione mi ha annullato la prestazione con mio rammarico e difficoltà  dal momento che io avevo dovuto prendere la mattina al lavoro e sarei dovuta tornare dal pediatra per far rifare una nuova impegnativa e soprattutto disagio per mio figlio che non capiva perché lo costringevo a un tale rinnovato supplizio. Il tutto come ho già detto sarebbe stato facilmente risolvibile con uno di quei banalissimi distributori di provette di cui sopra. Come dicevo grazie all’intelligenza di un medico e del suo staff io sono stata una delle persone che nel disagio sono state aiutate, ma immaginate se la cosa fosse accaduta ad un disabile, ad un anziano o ad una persona meno fortunata che non avesse avuto la possibilità di incontrare un medico umano, corretto ma  soprattutto con un’intelligenza così flessibile?!? Lascio a voi tirare le conseguenze soprattutto se l’ufficio relazioni col pubblico nulla può con i reclami degli utenti. Il mio augurio a questo punto e in questi tempi difficili è di non avere paura di denunciare anche banalità come questa perché è dalle piccole cose che si costruiscono le grandi e che non vengano mai meno le caratteristiche che fanno di una persona un UOMO  perché ognuno di noi per quanto possa sembrare insignificante è portatore di valori senza i quali una società che si chiami tale non può prescindere.
F.to 
Elisabetta Russo
La Sinistra per L’Altra Rovigo
Livio Ferrari Sindaco

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