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giovedì 28 maggio 2015

Spinello sulla sanità: se l'ospedale di Rovigo funziona davvero anche quello di Adria può funzionare al meglio.

La necessità di riportare la sanità veneta ad essere un’eccellenza vera non solo in Italia, ma in Europa è, per il candidato consigliere regionale del Pd, Sandro Gino Spinello, una priorità. Le schede ospedaliere, approvate dalla giunta Zaia, hanno penalizzato in maniera enorme la provincia di Rovigo, ma ora non possono essere stralciate, pena il caos generale. Occorre, quindi, lavorare perché vengano migliorate e rese davvero efficaci, senza depauperamenti e tagli lineari. 

“I tagli continui al nostro sistema sanitario - afferma Spinello - hanno portato ad una situazione di impoverimento generale, causando una riduzione del personale medico e infermieristico non più sostenibile. E’ quindi necessario invertire la rotta e riportare la sanità veneta in vetta alle classifiche europee per garantire ai cittadini servizi eccellenti e sicurezza sanitaria in ogni parte della regione”. 

Secondo il candidato, infatti, non possono più esserci zone di serie A e B: “Per evitare le disparità occorre predisporre un punto sanità ogni 15mila abitanti - afferma - attrezzati per le emergenze e in grado di intervenire al bisogno. A questo però, è necessario potenziare gli ospedali che ci sono rispettando di fatto quanto previsto dalle norme regionali. Nella nostra provincia, ad esempio, l’ospedale di Rovigo deve essere una Hub non solo sulla carta, ma operativamente, sanando le carenze tecniche e strutturali con cui oggi deve fare i conti”. 

Il potenziamento di Rovigo, però, porterebbe anche giovamento per gli altri ospedali polesani: “Se l’Hub funziona davvero - continua Spinello - anche gli ospedali di rete, come quello di Adria, possono funzionare al meglio, garantendo altrettanti servizi d’eccellenza oggi parzialmente dismessi senza che ci sia un coordinamento da Rovigo, come ad esempio il reparto di Anatomia patologica. Anche il San Luca di Trecenta deve essere rimesso in condizione di essere un vero ospedale di rete”.

Un’altra problematica, legata al territorio polesano, ma che si presenta in diversi punti del Veneto, è quella legata ai malati terminali: “La presenza dell’Oncologia Adriese ha determinato l’incremento dell’ospedalizzazione dei malati oncologici terminali nel reparto di Medicina con aumento della spesa ospedaliera.Il malato terminale sia oncologico che altro, oltre che a porre problematiche di tipo etico-morale ne pone anche di tipo economico. In Polesine esiste a Lendinara un Hospice ad otto posti completamente insufficiente a fronte delle richieste territoriali.I pazienti terminali di Adria, quando non rinunciano a tale soluzione, si debbono rivolgere a Lendinara ed a Codigoro. Il Vecchio ospedale di Adria potrebbe esser parzialmente adibito ad Hospice con personale medico ed infermieristico specializzato in Cure Palliative: tale struttura godrebbe dei vantaggi che il limitrofo ospedale garantirebbe (ad esempio indagini radiologico-laboratoristiche), decongestionando di fatto la Medicina, risparmiando sul costo del posto letto e consentendo un recupero edilizio dell’area”. 

Come ha già avuto modo di dire, poi, il candidato vuole lavorare affinché alla Casa di Cura Madonna della Salute di Porto Viro sia restituito il titolo di Presidio Ospedaliero, stracciato dalle schede ospedaliere regionali perché “il nostro Polesine è una terra la cui conformazione fisica necessita di punti strategici e quello di Porto Viro lo è senza dubbio”.

La sanità veneta, dunque, è perfettibile e occorre mettere in campo quanto necessario per permettere ai cittadini di avere un servizio qualitativamente molto elevato ed efficace. 

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