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giovedì 23 luglio 2015

A Trecenta con Iaia Forte una discesa agli inferi ed una via d'uscita “caraibica”. L'attrice veste i panni di Tony Pagoda per offrire una magistrale interpretazione

 E' un finale aperto a lasciare una via d'uscita “caraibica” all'amaro monologo “Ritorno in Italia” magistralmente interpretato ieri sera nel giardino di Villa Bellini a Trecenta da Iaia Forte, irriconoscibile nei panni del cantante “Tony Pagoda”, nato dalla fantasia di Paolo Sorrentino. Nel cortile della scuola l'attrice ha portato in scena una vera e propria lezione di vita, una lunga riflessione che tocca i temi del successo, della vecchiaia e dell'amore o, meglio, del sesso e della conquista, compiuta da un personaggio antesignano della folta schiera di maschere che lo stesso Sorrentino ha poi miscelato come ingrediente principale del film premiato con l'Oscar “La grande bellezza”. E non è un caso che Iaia Forte, che proprio nel film di Sorrentino interpretava la salottiera Trumeau, abbia come voluto riprendere i fili del discorso.

L'attrice è riuscita a condurre il pubblico in una discesa agli inferi, con il precipitare della situazione di Tony, ritrovatosi dalle luci della ribalta americana al fianco di Sinatra ad una festa di capodanno ad Ascoli Piceno e poi nel suo appartamento a Napoli dove la moglie gli annuncia la volontà di divorziare. L'ironia non manca e rende lo spettacolo un mix di sentimenti, con le risate che sono però sostanzialmente agrodolci, fino al pianto del protagonista ormai vinto che con rammarico ripensa a come la frase “avere tutta una vita d'avanti” torna drammaticamente alla mente quando si sente di avere ormai tutta la vita dietro. Il guizzo finale è una spolverata di zucchero, con la partenza per un viaggio verso luoghi lontani che è il modo per fuggire dalla mondanità, pallino di Sorrentino, che Tony definisce un'apnea in cui si può al massimo galleggiare. Per evitare di affondare, ecco che allora è bene lasciare tutto e nuotare via.

Grande la maestria dimostrata Iaia Forte, in grado di tenere il palco come una leonessa con uno spettacolo non facile, sia per temi, sia per prove attoriali richieste. Accanto a lei, infatti, solo Francesca Montanino, prima cantante prosperosa, poi moglie delusa e, infine, sirena hawaiana, spalla con poche battute in grado però di offrire l'appoggio necessario per mandare avanti un monologo profondo, a tratti cupo, a tratti sarcastico, come con l'impareggiabile riflessione sulla seduzione. Meritato il lungo applauso tributato alle due attrici, alle quali l'amministrazione comunale di Trecenta ha donato un omaggio floreale.

Prima dell'inizio dello spettacolo, il consigliere delegato alla cultura Cristina Rizzi ha ringraziato tutti quanti hanno lavorato all'organizzazione della serata, mentre il presidente Marco Trombini ha sottolineato di aver “sempre sostenuto che Trecenta meritasse uno spettacolo di alto livello. Importante anche il tributo a Mario e Teodosio Bellini che hanno donato questa villa per l'istituzione di una scuola agraria e che hanno fatto tanto per il Polesine”. Prima di rinnovare l'invito per l'appuntamento di giovedì a Zelo con i Tamburellisti di Torrepaduli, non ha mancato di salutare l'ex assessore provinciale Laura Negri, “che ha fatto tanto per questa rassegna e quando un'iniziativa è valida non esiste colore politico: lunga vita a Tra Ville e Giardini”. Anche il direttore artistico Claudio Ronda, che Trombini ha ringraziato per l'alta qualità della rassegna, ha rivolto il proprio omaggio a Laura Negri prima di introdurre lo spettacolo della serata. 

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