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lunedì 22 febbraio 2016

Adria, vigili armati: un giovane ai suoi concittadini "volete vivere in una prigione"

Riceviamo e pubblichiamo una nota del cittadino adriese Elia Barbujani.

"La Giunta comunale di Adria ha annunciato di voler munire i vigili urbani di manganelli, spray urticanti e pistole elettriche, per garantire la sicurezza dei cittadini. E' con crescente inquietudine che assisto a questa estensione di dispositivi di  sorveglianza in una città di piccole dimensioni come Adria. Si potrebbe subito dire che il provvedimento della Giunta è certamente illegittimo per eccesso di potere rispetto alla Circolare n. 557/2011 del Ministero dell'Interno. Non è solo l'incompetenza, ma anche la familiarità della parola "sicurezza" a turbarmi. Questi stumenti sono proporzionati ai pericoli da prevenire? Giorgio Agamben ha spesso riscontrato che l'ossessione per la sicurezza permette "di tagliare corto", e di imporre misure che altrimenti non si accetterebbero. Il paradigma dello Stato d'eccezione, dello stato d'emergenza si impone come normalità quotidiana. Agamben ritiene che il diffondersi di questi dispositivi porti con sé un processo di spoliticizzazione: il cittadino ha paura, resta in casa, non partecipa alla vita pubblica. La relazione con il potere non è democratica: il cittadino si offre nudo con i propri dati, impronte digitali, immagini. Il potere ha armi e videocamere di sorveglianza. Lo spazio non è pubblico, ma è una prigione. Noi chiediamo di vivere come in una prigione. Forse, ad Adria, la paura e la nevrosi portano a desiderare maggior sicurezza, ma è di maggior dibattito e relazioni ciò di cui abbiamo bisogno."

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