La grande partecipazione all'incontro di questa mattina nella biblioteca di Lendinara per l'incontro “Quale Sanità domani?", organizzato dal Gruppo regionale del Pd. Dopo il saluto del sindaco Luigi Viaro, che ha posto la questione dell'Area vasta e di come anche in termini socio-sanitari sia necessairo ragionare in questi termini, il consigliere regionale Claudio Sinigaglia, componente della commissione Sanità, ha affrontato il tema dell'Azienda zero: “Una riforma è necessaria, ma il carrozzone accentratore delineato da Zaia non è certo la soluzione migliore. Una sorta di omologo di Veneto Strade riproposto per la Sanità, al quale verrebbero affidati tutti i poteri di gestione del budget da 8,5 miliardi. Come Pd abbiamo una proposta che mira ad un modello simile a quello emiliano-romagnolo: un'agenzia che si occupi a livello veneto degli appalti per tutte le Ulss e della definizione e del il monitoraggio della spesa e dei costi standard. Ma senza esautorare le altre componenti del sistema. Il pasticcio proposto dalla Giunta è stato anche la sua prima sconfitta significativa”.
Nel corso dell'articolato dibattito sono poi intervenuti il direttore della “Casa Albergo” di Lendinara Damiano Mantovani, Mirella Zambello, funzionario socio-educativo, il responsabile della Fp Cgil Davide Benazzo, l'onorevole Pd Diego Crivellari, che ha affrontato il tema della spesa socio-sanitaria evidenziando come il mancato aumento per 170 milioni su 8 miliardi e mezzo non possa essere considerato una ferita mortale così come la propaganda leghista vuol far credere.
“Zaia ha reso la Sanità un terreno di scontro politico – ha aggiunto il consigliere regionale Graziano Azzalin - mentre è un tema sul quale il dialogo deve essere sempre aperto. Sono contento che il nuovo direttore generale Antonio Compostella si sia subito posto con un approccio positivo nei confronti di tutti, perché da parte nostra l'intenzione è di essere sempre collaborativi e di lavorare per il mantenimento dei servizi nella nostra Provincia. Per l'Ulss unica del Polesine i tempi sono maturi. Si tratta di una fusione amministrativa, chi parla del taglio degli ospedali connesso alla fusione o è in malafede o non ha mai letto la legge, perché si parla sempre di ambiti provinciali e non vi è correlazione fra servizi e numero di Ulss, bensì con i bacini di utenza. Il nostro parere favorevole è ovviamente vincolato al fermo rispetto di quanto scritto nel Piano socio-sanitario, dove sono previsti una serie di investimenti sul territorio che ancora non si vedono. E' scritto anche che l'ospedale di Rovigo deve essere un hub, mentre nei fatti viene sguarnito e non sono stati ancora nominati cinque primari. Nel frattempo, però, vanno avanti vecchi e nuovi project, vero buco nero della Sanità veneta”.
A puntare il dito sulle questioni più prettamente locali è stata Chiara Sinigaglia, medico anestesista all'ospedale di Legnago e consigliere comunale del Pd di Lendinara, che ha moderato l'incontro, sottolineando fra le altre cose come per il territorio sia un passaggio fondamentale l'attivazione delle medicine integrate: “I medici di base e gli enti locali sono considerati come attori fondamentali nel Piano socio-sanitario, ma l'attuazione di quanto previsto al momento si sta limitando alla deospedalizzazione, che rischia così di creare forti squilibri e sguarnire alcuni teritori”.
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