Federico Frigato non crede nel progetto della coalizione “Rovigo cambia”, nell'attuale dirigenza del PD, che già Monini aveva definito "circondata da yes man" e nella stessa Nadia Romeo. E' una dura critica quella che dell'ex candidato sindaco, che rinfaccia modalità di conduzione delle primarie con candidature obbligate fuori dal partito e spese da campagna elettorale vera e propria, tanto da far prevedere un voto guidato e influenzato dalla presenza ai seggi (e quindi da relative votazioni) di noti sostenitori e rappresentanti delle forze di centrodestra e di eccessivo afflusso di stranieri.
L'aver guadagnato meno di un quarto dei voti raggiunti da Nadia Romeo e quasi un quarto di quelli avuti da Alessandro Monini, non scoraggia Frigato dall'affondo al Partito Democratico. L'appoggio del consigliere regionale Graziano Azzalin, dice Frigato, che ha riconosciuto in Nadia Romeo la propria candidata sindaco ossequiando il patto tra le forze politiche che hanno deciso di partecipare alle primarie, sarà sottoposto al giudizio degli elettori che ne valuteranno la "coerenza" e l'opportunismo considerando la storica opposizione interna contro il gruppo Romeo.
Nel rispetto dei propri valori, con "doverosa un’assunzione di responsabilità e di coerenza" Federico Frigato quindi annuncia anche la fine della sua esperienza politica ed amministrativa, che voleva essere, in caso di vittoria, scevra dalla presenza dell'attuale dirigenza ma con trasparenza, onestà e libertà condotte da persone nuove, e ringrazia coloro i quali in questi anni lo hanno sostenuto ed appoggiato, con l'unico obiettivo di un impegno sincero per la città di Rovigo, che per ora, egli stesso, non vede pronta ad una “rivoluzione culturale” che, promette, condurrà fianco di chi la vorrà veramente.
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