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venerdì 25 ottobre 2013

Da IDV una nuova proposta di riorganizzazione della sanità bassopolesana


1369734395.JPGE’ da tempo che come gruppo politico seguiamo le trasformazioni in atto nella sanità polesana, trasformazioni dovute al nuovo Piano Sanitario della regione Veneto  e alle schede ospedaliere che  tradotte si concretizzano in  servizi sanitari. Per avere un quadro generale, abbiamo osservato la situazione delle varie province del Veneto. Per renderci conto di  come è stata gestita, altrove, la sanità rispetto al nostro territorio e in particolare nel bassopolesine. La provincia di Treviso è tra quelle, dove si è operato meglio in termini di valorizzazione e gestione dei servizi sanitari, rispetto ad altre zone del veneto. Si compone di tre ULSS, 7-8-9, dotate ognuna di, almeno, un ospedale per acuti. Tra i servizi di alta specializzazione, per ogni ULSS, è presente un laboratorio di emodinamica interventistica H24: Treviso, Conegliano, Castelfranco. L’ ospedale HUB di TV, poi, è dotato di servizi di alta specialità quali, cardiochirurgia, neurochirurgia e chirurgia pediatrica. Gli altri ospedali, sparsi per il territorio, sono sede di alcuni servizi essenziali, trovandosi i servizi mancanti negli ospedali più grandi (ospedali a 2 gambe); altri ancora, si sono differenziati in centri di riabilitazione di alto-altissimo livello, come l’ Ospedale nodo di rete monospecialistico riabilitativo di riferimento, di Motta di Livenza.

Ma la realtà che meglio si presta al confronto con la nostra sanità basso-polesana, è  la ULSS N° 2 di Feltre. Abitanti 84.000, contro i nostri 75.000. L' ULSS feltrina, dispone di due ospedali. Il primo, il presidio ospedaliero di rete di Feltre con 297 posti-letto è dotato di servizi completi e di qualità. Per es. cardiologia con Unità Coronaria(UTIC) (12+8 Posti-Letto), neurologia e pneumologia, con 20 Posti-Letto ciascuno, nefrologia-dialisi con posti-letto e poi via-via, tutte le altre specialità di area medica e chirurgica. Il secondo, ospedale di Lamon, nodo di rete monospecialistico riabilitativo di riferimento per l’ ULSS 1 e 2 (Belluno e Feltre), con 62 posti-letto di sola riabilitazione.

Anche l’ ULSS 19 di spone di 2 ospedali. Il primo, Adria, presidio ospedaliero di rete, con 178 posti-letto. Tra i servizi presenti: Cardiologia con 8 p-l + 2 (virtuali), di Unità Coronarica(UTIC). Pneumologia e neurologia: servizi ambulatoriali, con zero posti-letto. Riabilitazione, attualmente, con zero posti-letto. Area chirurgica ridotta all’ osso, in quanto a dotazione di posti letto. Servizio di nefrologia e dialisi, centro trasfusionale e laboratorio analisi, forniti dall’ ULSS 18 di Rovigo. Il secondo, Ospedale di P. Viro, con 125 Posti-letto. Dotato di:  cardiologia 5 p-l, medicina-geriatria-lugodegenza 45 p-l (Adria: 52 p-l). E poi chirurgia generale, day surgery, ortopedia (10 pl). In pratica, una replica dei servizi già presenti all’ ospedale di Adria, come ha avuto modo di segnalare la stessa corte dei conti.

Da questo confronto si evince che, per esempio, unendo in un unico ospedale, i 5 posti-letto di cardiologia di P. Viro, con i 10 di Adria si potrebbe ricavare un reparto di cardiologia con 5 posti di Unità coronaria(UTIC) e 10 di degenza cardiologica. Questa semplice operazione, innalzerebbe di molto, sicurezza e qualità del servizio, rispetto all’ esistente. Anche l’ area chirurgica andrebbe raggruppata in unica struttura, sempre in nome della qualità e della sicurezza. A Porto viro andrebbero allocati i posti di riabilitazione e i nascenti posti di cure intermedie. In questo modo avremmo 2 strutture, di cui la prima completa di tutti i servizi e idonea ad operare come ospedale per acuti, con garanzia di qualità e sicurezza per i cittadini. La seconda specializzata ad alto-altissimo livello  nel campo riabilitativo ed anche punto di primo soccorso e sede dei posti letto di cure intermedie.

Il razionale di una organizzazione di questo tipo, è di avere un ospedale di medie dimensioni, 250-260 p-l, completo, efficiente e sicuro. Un secondo ospedale, di piccole dimensioni, specializzato nel campo della riabilitazione, di cui c’è un forte bisogno, considerato l’invecchiamento della popolazione. Un intervento siffatto, migliorerebbe la gestione economica, grazie all’ eliminazione degli inutili doppioni e dei conseguenti sprechi. Perché bisogna ricordare, che non è la vicinanza che rende sicuro il cittadino, ma la presenza di una struttura sanitaria completa di servizi di qualità, dove il cittadino trova le giuste risposte alle sue esigenze di salute.

Invitiamo pertanto i politici regionali, del nostro territorio, di destra e di sinistra a proporre soluzioni strutturali, non piccoli aggiustamenti, magari per ottenere posti-letto o un primariato in più. Serve una visione di sistema, perché stiamo attraversando una crisi durissima e non sappiamo se “domani” avremo un’ altra occasione.

                                                            


Rosa Barzan

 

cons. comunale IDV Adria

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