“Viste le modifiche di legge intervenute e le non facili operazioni burocratiche richieste, la Regione proroga il termine entro il quale le aziende agrituristiche regionali dovranno adeguarsi alle nuove norme”. A sottolinearlo è il vicepresidente della III commissione regionale, relatore in aula della legge con la quale si definiscono le tappe per la disciplina delle attività turistiche connesse con il settore primario, approvata all'uninimità dal consiglio.
In sostanza – spiega Azzalin – con la legge regionale approvata il 10 agosto 2012 di è data una nuova e necessaria disciplina dell’agriturismo, ittiturismo e pescaturismo, fissando al tempo stesso un termine perentorio per le aziende già in possesso delle autorizzazioni, stabilendo che entro tre anni dall’entrata in vigore della legge si sarebbero dovute adeguare alle nuove norme, pena la decadenza dell'autorizzazione. Il tutto, però è stato ulteriormente modificato con una successiva legge regionale, approvata il 24 dicembre 2013, nella quale è stata prevista una rivisitazione profonda delle disposizioni attuative e della gestione dell’attività agrituristica, prevedendo in particolare cambiamenti nel sistema di calcolo della somministrazioni di alimenti e bevande e nei livelli percentuali di approvvigionamento dei prodotti direttamente dall’azienda agrituristica. Insomma, un'ulteriore rivoluzione. Per questo, con la legge approvata oggi si è scelto di far partire il conto dei tre anni necessari per l'adeguamento dall'entrata in vigore di questa seconda legge, il 12 gennaio 2014, e non di quella precedente: il termine è dunque il 12 gennaio 2017”.
Secondo Azzalin si tratta di “un provvedimento atteso dagli operatori del settore e che cerca di aiutarli nel traghettare le strutture agrituristiche in una dimensione di accoglienza che sia in linea con i principi ispiratori della riforma. L’agriturismo e il turismo rurale svolgono un ruolo importante di diversificazione dell’attività agricola e una fonte di reddito integrativa, oltre che di ampliamento dell'offerta turistica. Lo scopo della norma, però, era anche quello di mettere dei paletti rigidi per evitare abusi e, quindi, anche impropri vantaggi ai danni di albergatori e ristoratori tradizionali. Attualmente sono oltre 1350 gli agriturismi attivi ed operanti nel territorio regionale che svolgono in prevalenza la ristorazione, ma sta crescendo sempre più il pernottamento e l’alloggio, la vendita di prodotti del territorio, l’erogazione di servizi formativi ed informativi come fattorie didattiche, fattorie sociali, ed attività di turismo rurale”.
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