“Il Delta del Po è stato messo definitivamente al sicuro da ogni rischio di trivellazioni grazie al voto unanime del consiglio regionale che, per chiarire definitivamente ogni dubbio al riguardo, ha approvato all'unanimità la modifica della legge istitutiva del Parco nella quale si specifica che non solo non possono essere rilasciate autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi, ma nemmeno permessi di ricerca di alcun tipo. Anche i vibroseis, i mezzi di ricerca a vibrazione sismica, dunque, nel Delta non potranno entrare in funzione”. A sottolineare l'importante risultato è il consigliere regionale Graziano Azzalin, all'indomani della seduta dell'assemblea di Palazzo Ferro Fini dove sono arrivati 41 sì su 41 presenti alla proposta di legge che lo vedeva come primo firmatario.
“Già in commissione si era registrata l'unanimità e lo stesso capogruppo della Lega Nicola Finco aveva sottoscritto la norma – sottolinea il consigliere polesano – quindi non avevo dubbi che anche il consiglio avrebbe risposto in modo affermativo a questa proposta, volta a chiarire ogni dubbio dopo la sentenza del Tar che aveva cassato la delibera con la quale la Regione aveva negato l'autorizzazione di ricerca di idrocarburi spiegando che non vi erano espliciti divieti che impedissero una ricerca senza perforazioni come quella che la Northsun aveva in programma. Ricorso legittimo, come legittimo e doveroso era da parte nostra riformulare la legge del 1997 per ribadire senza fraintendimenti che il Delta non si tocca, proprio perché è un area protetta. Un territorio unico la cui valenza ambientale è stata ulteriormente confermata dal recente riconoscimento Mab dell'Unesco. Questo non può farci sottacere che dall’altra sponda del Po l’atteggiamento verso le estrazioni anche in area protetta è ben diverso. Credo che da oggi anche in Emilia Romagna si debba riconsiderare la propria posizione e che, eventualmente, la realizzazione di un parco interregionale possa portare ad un'estensione delle tutele su tutto il Delta, al di là dei suoi confini amministrativi”.
“Ora per il Delta veneto non ci sono più dubbi – conclude Azzalin – Nemmeno sul fatto che tutte le forze politiche della nostra regione abbiano una posizione unanime ed univoca sul no alle trivellazioni, come già emerso in occasione della proposta di legge statale sulla subsidenza e sulla richiesta di referendum. E' un segnale di grande maturità politica e credo che anche l'impegno per far sì che proprio l'esito del referendum sia di segno positivo, sarà ampio e trasversale. La battaglia contro la corsa agli idrocarburi presenti nel nostro sottosuolo non è certo conclusa. Ed anche per il Polesine, la terra che più di ogni altra fa i conti con le pesantissime conseguenze delle estrazioni metanifere che hanno accelerato i processi di sprofondamento del terreno, non è completamente al riparo. Ma l'ennesimo passo compiuto dal consiglio regionale, con la chiara volontà antitrivellazioni senso manifestata più volte dallo stesso presidente Zaia, è un segnale concreto più che rassicurante”.
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