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domenica 19 luglio 2015

Tonino Carotone, pura energia nella corte della Tenuta Sant'Egidio di Beverare. Ad aprire la serrata un viaggio nella storia del cibo fino alla degustazione finale



Una bordata di pura energia musicale. Tonino Carotone con la sua ironia e la sua irrefrenabile verve ha letteralmente travolto il numeroso pubblico che ieri sera si è assiepato nella corte della tenuta Tenuta San Egidio di Beverare, a San Martino di Venezze godendosi una serata assolutamente unica, quasi una raffinata riedizione delle antiche feste sull'aia, nel quale non è mancato nulla, dal divertimento alla cultura, fino al buon cibo.

Il “ragazzo di strada” ha presentato un repertorio vario, fra gli intramontabili omaggi all'amato Fred Buscaglione con “Fantastica” ed al cantante sul quale ha addirittura modellato il proprio nome d'arte, Tonino Carosone, con “Tu vuo' fa' l'americano”, oltre naturalmente a “Sono un ragazzo di strada” de I corvi che gli ha regalato una buona fetta di successo, fino ai suoi nuovi successi accompagnato sul palco da Piluka, la cui voce potente è stata una sorpresa emozionante, che ha raggiunto il suo culmine con un'interpretazione straordinaria e potente, delicata ma quasi virile, di “Parole di Mina”.

Accompagnato da Mario Pelagatti alla chitarra, da Francesco Meles alla batteria, da Guglielmo Facchinetti alla tromba, da Matteo Pozzi alle tastiere, da Piergiorgio Muccio al trombone ed Antonello Gini al basso (in gran parte reduci del gruppo ska “Arpioni”), fra un flamenco ed un'ode funebre, ovviamente per niente malinconica, fra un inno alla vita e la ballata "El Provinciano", Carotone fischia, ride, scherza, si muove e balla sul palco come un ragazzino, incurante dell'afa, anche se a metà concerto ammette “fa un po' caldino” prima di prorompere in una delle sue grasse risate. Inno alla spensieratezza ed alla gioia, il concerto di ieri sera è stata l'ennesima conferma di quanto nonostante il suo look da gangster sgangherato “Tonino” abbia un cuore musicale grandissimo e sia una star generosa, con il senso della “fiesta” a cancellare tutte le storture di “un mondo difficile”. In chiusura, ovviamente, ultimo dei bis, anche la divertente e divertita interpretazione della sua bandiera, ovvero “Me cago en el amor” grazie alla quale ha conosciuto il successo che lo ha reso grande ed inimitabile.

Prima del concerto il saluto da parte del sindaco di San Martino di Venezze Vinicio Piasentini, che ha attivamente contribuito all'evento, che ha ringraziato la proprietà della tenuta per aver messo a disposizione la grande corte, ed ha sottolineato, da vicepresidente della Provincia proproi le “difficoltà che le Province, investite dalla riforma Delrio stanno attraversando anche nel cercare di tenere in vita manifestazioni importanti come Tra Ville e Giardini”. Il direttore artistico Claudio Ronda ha invece evidenziato gli aspetti relativi alla prima parte della serata, ovvero quella della prima tappa del percorso dedicato alla cultura del cibo “Saperi e sapori”. 

Il primo ospite della “rassegna nella rassegna” è stato il professor Danilo Gasparini, che con grandi capacità didascaliche è riuscito a ripercorrere a grandi tappe la storia dell'alimentazione, fra aneddoti e curiosità, ricordando come il cibo rappresenta l'identità di un popolo o di una religione, “basti pensare che musulmani ed ebrei non mangiano maiale, mentre gli inglesi non mangiano il cavallo ed il coniglio, quest'ultimo in particolare perché simbolo di lussuria”. 

E se “l'uomo è ciò che mangia, ma soprattutto è ciò che ha mangiato”, il professor Gasparini, docente di Storia dell'agricoltura e dell'alimentazione dell'Università di Padova e del master di Ca' Foscari in Cultura del cibo e del vino, ospite fisso della trasmissione televisiva Geo&Geo, ha ricordato che “il cibo è anche un linguaggio”, tanto che vi sono luoghi identificabili con il cibo, come la Sicilia con le arance, ed ha una sua vera e propria grammatica che si è formata nei secoli attraverso lo “stare a tavola”: per esempio nel medioevo non si usavano le posate, c'era un bicchiere unico e non vi erano tovaglie, tutti “mediatori” arrivati successivamente. 

Nei secoli, ha spiegato Gasparini, il cibo è variato attraverso i principi di sostituzione (“prima della scoperta dell'America la polenta si faceva con il miglio”), di incorporazione, si pensi al kiwi, di combinazione, “con le spezie che servivano, per esempio, a distinguere lo stesso piatto fra tavole dei signori e di contadini”, e di contaminazione, che è poi la “vera forza della cucina italiana nata sostanzialmente da un matrimonio fra cucina povera e cucina nobile, nell'eterno conflitto città-campagna”. Infine, le grandi svolte, come quella dell'arrivo dei prodotti dall'America e quella della scatoletta, diffusasi a partire dalla Grande guerra. Senza contare l'avvento della pubblicità che ha ulteriormente modificato le nostre abitudini alimentari.

Un excursus interessante che è poi approdato, dopo il concerto di Carotone, ad una vera e propria degustazione di altissima qualità con i prodotti delle aziende che hanno scelto di accompagnare il percorso di Saperi e sapori: La Lumaca Polesana di Roberta Pellegrini di San Martino, Il Frutteto di San Martino e l'Agriturismo Corte Carezzabella, la Società Agricola Felisatti srl di Ca’ Tron, la Biscopan srl di Badia, l'Abafooods di Badia, Borsari industria dolciaria di Badia, il Panificio La Mesa di Roberto Bianchini di Villadose.

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