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martedì 5 novembre 2013

Rovigo: l'intervento del Sindaco Bruno Piva alla Cerimonia per il 4 Novembre

1769153.jpgAutorità civili, militari e religiose, reparti in armi,  associazioni combattentistiche, concittadini tutti,

con l’emozione di  sempre, ci ritroviamo oggi riuniti - a Novantacinque anni dalla fine di un  conflitto mondiale, che si è concluso con l’armistizio siglato con l’Impero austro – ungarico a Villa Giusti (PD) - per commemorare chi, nel tempo e in scenari diversi, pur magari giovanissimo, ha sacrificato la vita per la sua Patria, la nostra Italia, consentendo i successivi,  radicali,   mutamenti politici e sociali che ne hanno determinato il cammino repubblicano e democratico fino ad oggi,       quattro novembre duemilatredici.

Celebriamo oggi la ricorrenza della fine di un conflitto, ma vogliamo  ricordare, con il dovuto rispetto, quanti  soffrirono, militari e civili, durante quei terribili anni che hanno insanguinato il nostro Paese.
 La gratitudine della Patria, di tutti noi presenti, che ne siamo parte attiva, è rivolta  proprio a coloro che, con la loro vita, i loro sacrifici, lottarono per creare l’Italia  Unita,  Libera e  Democratica.
Un patrimonio inestimabile, che proprio in questo periodo di  gravi difficoltà, va sempre più valutato e difeso.

Rivolgo, a nome di tutta la cittadinanza, un pensiero ai nostri militari caduti, anche recentemente, nelle diverse missioni che le nostre Forze armate compiono nel mondo. Ed in particolare ai nostri polesani: capitano Massimo Ranzani e Mauro Gigli.
Alle loro famiglie giunga la nostra sentita e rispettosa vicinanza.

A tutti i giovani che, in arme ed in servizio di volontariato,  prestano la loro opera di solidarietà e di pace in diversi Paesi nel mondo, rinnoviamo il nostro ringraziamento  ma anche il nostro sostegno ed incoraggiamento, fiduciosi che servirà a dare maggior vigore alle loro generose scelte.

I nostri ragazzi, gli ufficiali, i Comandanti che sovrintendono alle varie operazioni in atto, dimostrano al mondo intero le loro capacita professionali e l’orgoglio di essere italiani, come grande è l’orgoglio e la militare compostezza dimostrata dai nostri marò:   Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che da troppo tempo aspettano che sia definita una giustizia che tarda arrivare.
Il nostro appoggio morale li possa raggiungere e li aiuti a rendere meno pesante la loro attesa di rientrare in seno alle loro famiglie.

In questo momento, è più che doveroso ricordare le nostre forze militari che sono quotidianamente impegnate nel canale di Sicilia, col delicato compito di soccorrere tanti esseri umani che un destino avverso spinge all’abbandono della propria Patria, considerata ormai inospitale, per correre incontro ad un futuro ignoto e, talora  funesto. 
Questa è ulteriore testimonianza del lavoro costante ed attento delle nostra Forze armate,  impegnate in missioni non bellicose, bensì umanitarie,   che continuano a salvare centinaia di vite umane: donne, bambini e uomini che affrontano viaggi in condizioni disumane,  persone disperate che sperando di raggiungere le nostre coste, per ricostruirsi una vita, finiscono spesso in balia di trafficanti senza scrupoli, veri mercanti della morte,
Speranza che, spesso e drammaticamente, si interrompe con la loro stessa vita, nei nostri mari, se non opportunamente  presidiati.

Rivolgendomi a tutti voi, ma in particolare ai giovani, auspico che mai debba venir meno l’amore per la Patria, da intendersi non come mera espressione di nazionalismo, ma come senso profondo di  una comune fratellanza e di una identità collettiva che, soprattutto nei momenti di maggiori difficoltà – come quello che attualmente viviamo - deve emergere per creare solidarietà ed abbattere quelle che vengono interpretate  a volte come barriere politiche, culturali o sociali.

Auguro a tutti, ai nostri soldati e soprattutto ai nostri giovani, non solo di conservare l’unità e la pace nella nostra Nazione, ma di saperle alimentarle sempre più, considerandole un valore aggiunto, che consolida la nostra identità nazionale.
Il 4 novembre rappresenta anche il giorno della nostra “memoria” per non dimenticare gli orrori della guerra e  per ricordare che la guerra, anche quando ritenuta inevitabile, è portatrice di violenza, che genera altra violenza e distruzione della vita in ogni sua forma.

Cerimonie come quella odierna non sono e non vogliono essere meri adempimenti.
Noi tutti , col resto d’Italia, siamo riuniti per tenere viva anche questa memoria.
Per dire forte e chiaro che nessun popolo può dimenticare la sua storia o perderebbe la sua identità
Conoscere e celebrare la propria  storia significa non solo recuperare il passato, ma anche impegnarsi a guardare al futuro con la consapevolezza di non dover mai più ricorrere alla violenza, all’illegalità, all’ingiustizia, alla sopraffazione,  alle divisioni, alle intolleranze, alle discriminazioni di qualsiasi natura.

L’obbligo di assicurare un futuro di pace alle giovani generazioni, all’Italia, passa attraverso  il mantenimento di una memoria collettiva del nostro passato,  rispettosa della verità che ha generato i vari eventi, anche quelli considerati meno nobili.
E la memoria passa attraverso la buona educazione,  lo studio, l’approfondimento culturale e il buon ascolto.
La buona educazione  e lo studio sono alla base della formazione della civiltà  e della coscienza civica.
E una coscienza civica non può non aver radicato in sé il rispetto per le istituzioni e prima ancora la loro conoscenza e ruolo e di certo è maggior garanzia di una partecipazione consapevole, attiva e interessata al bene comune, all’insegna del pensiero democratico.


Nel nuovo contesto europeo,   a  cui partecipiamo a pieno titolo, l’unità del Paese non è solo ricerca ed affermazione di unità geografica, ma dei valori condivisi,  sanciti dalla nostra Carta Costituzionale,    valori che danno alla nostra comunità il senso di appartenenza, di solidarietà e sano impegno civile che ci contraddistingue.
Fortificati da questa più allargata cittadinanza,  continuiamo a onorare i nostri caduti, gli eroi del Piave, i ragazzi del 1899. 
Abbiamo il dovere di riconoscere loro il posto che meritano nella costruzione di un’Italia libera e unita e al tempo stesso animata da un anelito di pace e comunanza tra i popoli europei.

A quei giovani militari o civili, alle loro vite non vissute, a tutta la popolazione caduta in guerra, rendiamo anche quest’anno un sentito omaggio ricordandoli con il rispetto e la viva partecipazione collettiva
Alle nostre Forze Armate va  il nostro sostegno per la loro opera costante e sempre attiva,  per i valori che ne animano le scelte e le azioni.

Ringrazio infine tutti coloro che hanno presenziato all’odierna celebrazione, testimoniando ancora una volta coscienza civile e condivisione del sentimento comune della nostra città di Rovigo.

 


Comune di Rovigo, 04/11/2013
Comunicato n. 508/13

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