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giovedì 16 aprile 2015

Cristiano Pavarin di Coscienza Comune: per i ricoveri oltre i trenta giorni la Regione chiederà ai pazienti il pagamento di una somma giornaliera.

Una delle caratteristiche della nuova programmazione regionale in ambito sanitario, deliberata attraverso il piano sanitario regionale è lo spostamento dei posti letto dall’ospedale al territorio. In questo contesto nascono gli ospedali di comunità.
Abbiamo voluto approfondire questo argomento che, a differenza dell’astrattezza dei termini normativi, inciderà moltissimo sulle nostre aspettative di cura e per questo abbiamo rivolto a Cristiano Pavarin di Coscienza Comune alcune domande specifiche.


D: - Cosa sono gli ospedali di comunità?


R: - Gli ospedali di comunità sono strutture o reparti all’interno di strutture ospedaliere esistenti che serviranno a garantire le cosiddette “cure intermedie” ovvero le cure necessarie per quei pazienti che sono stabilizzati dal punto di vista medico ma che non richiedono assistenza prettamente ospedaliera, ma sono ancora instabili per poter essere seguiti in regime ambulatoriale, a domicilio o in una struttura residenziale e che hanno problemi che si risolvono in un certo periodo di tempo, quindi una sorta di via di mezzo tra l'ospedale e la casa di riposo. 

D: - Sono previsti ospedali di comunità nel Polesine?


R: - Nel territorio di competenza dell’Ulss 18 ,a fronte di un taglio di 168 posti letto in regime di ricovero ospedaliero, verranno creati 69 posti letto in ospedali di comunità. Mentre all’Ulss 19 i tagli ai posti letto ospedalieri saranno 43 e creazione di 38 nelle strutture ospedaliere comunità. Per l’ULSS 18 già entro il 2015 ci saranno 30 posti presso l’Ospedale San Luca e 25 posti presso la Casa di Cura Città di Rovigo. Per l’Ulss 19 i posti creati saranno suddivisi tra ospedale di Adria e struttura privata di Porto Viro. Nel frattempo, ci saranno i tagli di quelli ospedalieri.

D: - Quindi questi posti, che erano posti ospedalieri prima del nuovo Piano Sanitario veneto, non copriranno tutti quelli tagliati. Quanti saranno in totale?
R: - Il nuovo piano socio sanitario del Veneto, che ha durata fino al 2015, prevede un taglio di posti letto per la nostra Provincia di 211 unità. In seguito a questi tagli verranno individuati 107 posti letto di struttura intermedie, i cosiddetti ospedali di comunità.

D: - Cosa significherà, in 5 punti, per i pazienti essere ricoverati in un ospedale di comunità anziché in un ospedale?

R: - 1) Si parla di  pazienti stabilizzati da un punto di vista medico, che non richiedono assistenza ospedaliera ma che risultano troppo instabili per poter essere curati solo in regime ambulatoriale o residenziale con problemi che si risolvono in un periodo limitato ma non brevissimo di tempo e che abbisognano di una soluzione temporanea qualora lo stato di salute ed il contesto familiare non consentano il mantenimento del paziente al proprio domicilio. Si tratta di situazioni di salute molto comuni e che tutti noi abbiamo vissuto accanto a qualche familiare: patologie geriatriche, lungodegenze per riabilitazioni in seguito ad infortuni incidenti o ictus, patologie croniche ed altre.
2) Chiarezza sulle strutture intermedie che dovrebbero sopperire al taglio dei posti letto previsto nelle schede ospedaliere non ne è mai stata fatta pubblicamente. Ma ad una attenta lettura della DGRV 2718 del 24/12/2012 risulta chiaro quali possono essere le tipologie di strutture intermedie: ospedali di comunità, hospice e unità riabilitativa territoriale, per le quali è prevista la compartecipazione alla spesa da parte del cittadino per la quota alberghiera (la parte di spesa cosiddetta sanitaria è a carico della Regione).
3) La programmazione regionale non si limita alla riduzione dei posti letto negli ospedali (si parla di circa 1700 posti letto per tutta la Regione) ma chiede anche alle azienda sanitarie che le schede territoriale vengano programmate a parità di risorse. Si potrebbe quindi ipotizzare sempre più chiaramente che una parte del costo dell’assistenza socio sanitaria ricadrà sui cittadini mediante forme di compartecipazione, attraverso il pagamento di una quota alberghiera. Dal trentesimo giorno i costi saranno di 25 euro più 10 nel caso sia garantito presidio medico 24 ore su 24 e di 45 euro più 10 euro dal sessantesimo giorno. Trattandosi di pazienti lungodegenti i trenta giorni di ricovero verranno spesso superati.
4) Sottolineiamo inoltre che non trattandosi di degenti in regime di ricovero ospedaliero, saranno a carico dei cittadini anche le spese (ticket) per prestazioni ambulatoriali e di diagnosi che risulteranno necessarie.
5) Viene, quindi, di fatto introdotto il ticket sul ricovero, semplicemente non facendo più risultare l’assegnazione di un posto letto come ricovero ospedaliero ma come ospitalità al di fuori dell’ospedale. E una tra le preoccupazioni è che nel futuro il sistema del libero mercato (con posti letto autorizzati ma con rette intere, comprensive della quota alberghiera ed anche di quella sanitaria) venga attuato anche per gli ospedali di comunità costringendo le famiglie al pagamento di rette insostenibili, per cui molti rinuncerebbero alle cure.

D: - Qual è il potere di decisione e intervento dell’Amministrazione Comunale per difendere i diritti dei propri cittadini da diminuzione e soppressione di servizi socio-sanitari sul proprio territorio?

R: - Le Amministrazioni Comunali all'interno della Conferenza dei Sindaci approvano e redigono il Piano di Zona determinando nei fatti le linee di indirizzo e di intervento rispetto alle politiche socio-sanitarie nel territorio.

D: - Quali sarebbero le azioni attuate in tal senso in caso di elezione a Sindaco del candidato Livio Ferrari e di governo cittadino della vostra coalizione?

R: - Il Comune di Rovigo, in qualità di Comune capoluogo, essendo anche il Comune più popolato del territorio Ulss 18, deve ritrovare un ruolo guida nella Conferenza dei Sindaci. L'obiettivo primario sarà quello di stimolare la condivisione progettuale, anche attraverso un confronto serrato con la Regione, che non può ignorare che trasferire questo tipo di spesa a carico dei Comuni e anche dei pazienti ha delle conseguenze molto gravi. Non bisogna scordare che mentre la popolazione giovane, nelle giuste aspettative, dovrebbe fruire poco degli ospedali di comunità, gli stessi posti letto che prima erano posti ospedalieri saranno per lo più usufruiti dalla popolazione anziana che, quindi, dal punto di vista economico sarà la più colpita. Sarà nostra cura verificare inoltre se la norma sugli ospedali di comunità sia esista profilo di anticostituzionale l'articolo 32 della Costituzione Italiana sancisce che la salute è diritto universale e deve essere garantita a tutti i cittadini.


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