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giovedì 19 dicembre 2013

Bocciato l’emendamento di Forza Italia che toglie il compenso al garante regionale dei diritti della persona Padrin, Mainardi, Bendinelli, Sernagiotto (Forza Italia): “Il garante deve essere una figura “alta” di chiara fama che non faccia del suo ruolo una professione”

Bocciato dall’alleanza Pdl-Ncd e dal centrosinistra l’emendamento presentato dal Gruppo regionale di Forza Italia che prevede l’assenza di compenso per la figura del garante regionale dei diritti alla persona. Secondo l’emendamento il titolo doveva essere “onorifico” con rimborsi spese di vitto e trasporti ma senza compenso, al contrario di quanto invece previsto dall’articolo 6 (trattamento economico) del testo unificato dei progetti di Legge n. 15-86-96 relativo a “Garante regionale dei diritti della persona”.
“Le motivazioni dell’emendamento sono semplici – ha spiegato il relatore Davide Bendinelli - vogliamo che questa figura abbia una caratura morale non legata a logiche di compenso, quindi non faccia del suo ruolo un “mestiere” da cui trarre un profitto ma riceva solo rimborsi spese di vitto e trasporto strettamente legate alla sua attività. E’ un segnale – ha aggiunto Bendinelli - che il gruppo di Forza Italia vuole dare in linea con la ‘spending review’”.
L’emendamento ha creato un notevole scompiglio in aula e il capogruppo Leonardo Padrin ha così risposto ad alcuni consiglieri che sostenevano la legittimità del compenso del garante al pari del ruolo di un consigliere regionale.
“La differenza – ha spiegato Padrin – è che noi siamo eletti dal popolo mentre questa figura, importante, che stiamo creando, è una nomina di secondo grado. Come Forza Italia vogliamo che la persona scelta per svolgere questo ruolo sia di chiara fama e garantisca una funzionalità che prescinde da un emolumento economico. Solo in questo modo – ha aggiunto Padrin - si crea una struttura affidabile dove il garante non agirà in base ad interessi politici o di svariata natura per mantenere il suo incarico perché da esso non deriva il suo sostentamento”.
L’assessore Remo Sernagiotto ha ricordato: “Nessuno dei 9 commissari delle Ipab oggi recepiscono più di 1500 euro al mese per il loro incarico, spese comprese, ma prima del mio arrivo in giunta quel compenso si aggirava attorno ai 4500 euro al mese. La logica è la stessa, perché il garante dovrebbe essere economicamente indipendente dall’incarico che gli viene assegnato. Il nostro emendamento intende rappresentare la volontà dei cittadini”

Gruppo Forza Italia Veneto

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