“Gli stagionali di Veneto Agricoltura, ora divenuta Agenzia
veneta per l'innovazione del settore primario rischiano di non vedersi
riconosciute le 165 giornate previste dagli accordi contrattuali e questo con
gravi ripercussioni sia sulle loro situazioni personali, sia su quelle delle
attività di sperimentazione e ricerca”. E' con queste motivazioni che il
vicepresidente della III commissione consiliare Graziano Azzalin ha depositato
oggi un'interrogazione nella quale chiede alla Giunta “se e in quali tempi
intende stanziare le risorse necessarie per garantire sia lo svolgimento delle
funzioni di sperimentazione e ricerca riconosciute per legge, sia la copertura
salariale agli operai a tempo determinato”.
“Nei centri polesani di Veneto Agricoltura ‘Pradon’ a Porto
Tolle e e ‘Po di Tramontana’a Rosolina -
sottolinea Azzalin - si svolgono attività di ricerca e sperimentazione previste
dalla legge di riforma, ma attualmente, per motivi di ordine economico, agli
operai a tempo determinato non può essere garantita la completa copertura
salariale delle 165 giornate programmate dall’attività. Per assicurare tale
copertura è necessario un ammontare complessivo di circa 100 mila euro per
portare da 121 a 165 giornate lavorative i 14 operai a tempo determinato che
operano nel centro ‘Po di Tramontana’ e da 154 a 165 giornate lavorative gli 8
operai a tempo determinato che operano nel centro ‘Pradon’. Altre criticità
sono presenti anche nei Centri forestali, in particolare di Verona e di
Montecchio Precalcino dove, in mancanza dei fondi per le sistemazioni
idraulico-forestali che sono stati negati a Veneto Agricoltura negli ultimi 4
anni, ad oggi mancano circa 150 mila euro per consentire agli operai a tempo
determinato di svolgere le 165 giornate lavorative”.
Il consigliere del Pd spiega infatti che “con la Legge di
stabilità regionale per l'esercizio 2015 è stata decisa una riduzione di
stanziamenti a favore di Veneto Agricoltura pari a 600 mila euro: così si rende
di fatto inapplicata la legge di riforma di Veneto Agricoltura perché si vanno
a penalizzare proprio le attività di sperimentazione e ricerca richiamate nella
legge regionale 37 del 28 novembre 2014 che ha stabilito la trasformazione
dell’Ente Veneto Agricoltura in Agenzia Veneta per l’innovazione nel settore
primario”.
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