I lavori del restauro del teatro comunale non sembrano procedere a una gran velocità e ancora non vi è una data certa di riapertura.
Le risorse milionarie assorbite da quest’opera e la rilevanza pubblica dell’edificio avrebbero dovuto suggerire all’amministrazione comunale un’informazione puntuale e un maggior coinvolgimento della cittadinanza sulla scelta delle trasformazioni architettoniche e sulla valutazione della reale entità e della qualità degli interventi edilizi.
Così non è stato, e a questo punto è lecito chiedersi, ad esempio, perché si sia manifestata umidità al di sotto della terrazza sulla facciata appena restaurata e perché non si sia intervenuti tempestivamente per impedirne la diffusione che oggi, come ognuno può verificare, è arrivata a dimensioni preoccupanti.
Al tempo stesso ci si chiede se non fosse il caso di sondare l’opinione pubblica prima di adottare la decisione miope di cedere l’immobile che include il “Bar Cavour” collegato proprio al teatro e prima di modificare l’androne laterale senza individuare in maniera precisa per quale finalità verrà utilizzato.
Proprio l’androne laterale e l’adiacente edificio “Bar Cavour” avrebbero potuto essere destinati a spazi espositivi e museali, rappresentando, così, un punto di riferimento culturale per la città. E’ mancata la lungimiranza, mentre oggi più che mai sarebbe necessario mettere in campo la capacità di “pensare il futuro”, evidentemente assente nei nostri amministratori.
E’ proprio questa mancanza di prospettiva che preoccupa di più in tutta l’operazione “restauro teatro”.
C’è già, infatti, chi prevede che il “Comunale” verrà inaugurato in pompa magna in vista delle prossime elezioni amministrative per poi, dopo il rituale taglio del nastro, tornare ad essere chiuso.
Ci auguriamo che non sia così.
Resta il fatto che non si può pensare alla riapertura senza avere una progettualità sulla gestione dell’intera struttura.
Noi suggeriamo che fin da subito si apra un dibattito a tutti i livelli per evitare soluzioni affrettate e per ponderare le scelte sulla base di serie analisi dei costi e dei benefici.
Il teatro va fatto vivere e se ben gestito può rappresentare una risorsa, in caso contrario gli oneri di gestione saranno una zavorra insostenibile per le casse pubbliche.
Ad Adria non mancano le intelligenze, le sensibilità e le competenze sia personali che associative il cui contributo potrebbe essere molto prezioso in tal senso.
Se i cittadini sono stati tenuti lontano dalle scelte architettoniche siano ora coinvolti nelle scelte sugli indirizzi di programmazione culturale ed amministrativa del teatro comunale!
foto: www.sacchettoluca.it
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