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domenica 19 luglio 2015

La monnezza è oro


Erano i tempi delle ecoballe Impregilo e delle clamorose prime scoperte della terra dei fuochi alimentata dai rifiuti nocivi che la camorra interrava per conto delle aziende del ricco e indignato nord e un boss camorrista pentito, Nunzio Perrella, durante un'intervista, pronunciava una frase che suona come un epitaffio a ogni tentativo di introdurre la virtuosità nelle gestione dei rifiuti:la monnezza è oro. 
Un paio di  settimane a l'oasi naturalistica di Ronco all'Adige è stata posta sotto sequestro, vi sono stati 16 arresti e numerosi indagati a piede libero tra cui il direttore del settore bonifiche di Veritas, azienda veneta leader nel settore rifiuti, per la scoperta di discariche abusive interrate di rifiuti nocivi che hanno inquinato le acque di falda. 
Questa e numerose altre recenti vicende simili ci dicono che ormai la terra dei fuochi ce l'abbiamo sotto casa e che il boss ha ragione assoluta. 
Anche in Polesine, tra veti incrociati, esposti, denunce, ricorsi si sta giocando una partita sulla discarica Taglietto 1 di Villadose, affare di qualche decina di milioni di euro, che vede contrapposte fazioni vecchie e nuove che si fronteggiano senza esclusione di colpi.
Le notizie sulla mancata ratifica regionale delle modifiche alla convenzione per la trasformazione del Consorzio rsu in Consiglio di bacino richieste dal liquidatore del Consorzio Tugnolo e l'intervento della Corte dei conti che chiede di verificare la bontà dell'appalto pubblico per la messa in sicurezza e la bonifica di Taglietto 1, assieme alla messa in discussione da parte del neosindavo Bergamin della fusione tra Asm e Ecogest in Ecoambiente, la dice lunga sul livello dello scontro in campo. 
Peccato che nella guerra per bande si perda di vista il vero oggetto davvero interessante della faccenda:la riduzione della massa di rifiuti prodotti anche attraverso l'introduzione della raccolta differenziata a Rovigo che, con un quinto degli abitanti,  incide pesantemente sulla gestione rifiuti dell'intera Provincia.
Con l'indifferenziata rodigina si chiudono le porte di S.Urbano, ma, invece di ragionare sul come arrivare  alla differenziatasi arretra e peggiora.
Per alcune realtà comunali si parla addirittura di un ritorno alle isole ecologiche o si vocifeta addirittura della realizazione di un anacronistico inceneritore. 
Il rischio reale, in tutto questo caotico fronteggiarsi, è che la gestione del ciclo dei rifiuti in Polesine finisca in mani private probabilmente meno controllabili e meno attente alla salute dei polesani. 
O, magari, è davvero quello che, alzando un polverone, si cerca di ottenere con aziende importanti che si nascondono dietro i duellanti. 
La "bonanza" maleodorante, ma redditizia troverà un fortunato cercatore di quell'oro. 
I cittadini?
Niente, quelli servono solo all'atto del pagamento.

Vanni Destro

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