In campagna elettorale tutti pronti a ricordarsi della sanità, salvo adattarla di volta in volta alla residenza anagrafica dell'elettorato a cui ci si vuole rivolgere.
Questo è il turno delle regionali ed occorre tirar su voti da tutto il Polesine, quindi la propaganda si
sposta sul numero di Usl a cui la nostra terra avrebbe diritto.
Salviamo le due Usl, la 18 e la 19, o le accorpiamo e ne facciamo una unica?
Il Comitato per l'Articolo 32 crede seriamente che questa sia una questione ormai superata dai fatti e che l'ostinazione a riproporla non serva ad altro che a distrarre l'attenzione dal problema vero, ossia: che fine faranno l'ospedale di Adria e come si presenterà la sanità del futuro nel nostro comune? Negli ultimi anni abbiamo assistito, davanti all'inerzia della politica locale, al trasferimento a Rovigo dell'anatomia patologica, di cui oggi ad Adria rimane solo il laboratorio, allo spostamento della microbiologia che nel nostro nosocomio è rimasta solo per gli esami di routine; dipendono da Rovigo il centro trasfusionale e l'emodialisi, abbiamo un reparto cardiologia senza primariato, buchi organici cronici e, ciliegina sulla torta, perfino l'archivio sta per essere trasferito nell'ospedale del capoluogo. Per non parlare poi del problema dei medici di base già ampiamente sollevato dal nostro Comitato. Intanto la casa di cura privata di Porto Viro mantiene il Pronto Soccorso pur non essendo riconosciuta come presidio ospedaliero; un Pronto Soccorso non supportato dai reparti necessari ad affrontare tutte le situazioni di emergenza che si possono presentare.
Il risultato è un pellegrinaggio di ambulanze che dal basso Polesine vanno a Porto Viro per poi ripartire con il loro carico alla volta di Adria e Rovigo, rischiando di perdere tempo prezioso.
Nel raggio di 30 km abbiamo due Usl con tre ospedali pubblici che rischiano di essere tutti incompleti e incapaci quindi di intervenire nelle urgenze con la necessaria tempestività ed efficacia, a tutto vantaggio dei nuovi mostri che stanno sorgendo fuori provincia come l'ospedale di Schiavonia ad Este.
Dai nostri politici locali che si stanno preparando per la campagna elettorale vorremmo sapere, chiaramente e aldilà della propaganda, quale visione essi abbiano della sanità adriese, come intendano agire per tutelare i servizi alla popolazione e come immaginano il futuro del nostro ospedale.
Michela Grotto
Comitato per l'Articolo 32 - Sanità e Sociale
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