Nella lotta all'ultimo sangue per accaparrarsi lo scranno di Palazzo Balbi non poteva mancare il tema della sanità, diventato improvvisamente uno degli argomenti di punta dei due contendenti più accreditati.
Il segnale di partenza l'ha dato Renzi facendo un'affermazione sul numero di usl per regione rapportato al numero di province, chiaramente riferita al Veneto.
Parte dunque da qui l'asta al rilancio per decretare chi, tra i candidati presidente in corsa, abbia più a cuore la salute dei veneti.
Peccato che ci si trovi davanti all'ennesima operazione propagandistica offerta da due partiti che hanno permesso, ognuno giocando le sue carte, l'adozione di un piano socio sanitario che va nella direzione della trasformazione dell'assistenza sanitaria da diritto a privilegio.
Il territorio del Polesine, riconosciuto sulla carte come area a bassa densità abitativa con specificità da salvaguardare, a distanza di tre anni non solo non ha avuto alcun beneficio da quel piano sanitario, ma sta continuando a perdere pezzi, mentre restano lettera morta gli ambulatori dei medici di base aperti, se non 24 ore al giorno come promesso, almeno 12.
Innegabile la responsabilità delle amministrazioni comunali e delle conferenze dei Sindaci, incapaci di difendere uno dei servizi più essenziali per la nostra popolazione. La lista civica Liberi Cittadini, in cui si presentano tre esponenti del Comitato per l'Articolo 32, oltre a me, Lucilla Palmisano e Vanni Destro, considera la sanità uno dei pilastri di una buona amministrazione per le tante implicazioni nella vita dei cittadini che comporta.
Di sanità abbiamo bisogno tutti dal momento in cui apriamo gli occhi a quello in cui li chiuderemo e mai, mai, dobbiamo essere lasciati soli.
Tutto ciò senza dimenticare che tra ambulatori, ospedali, servizi d'assistenza e indotto, la sanità rappresenta il maggior datore di lavoro per la nostra gente, gente che sta pesantemente pagando gli effetti di una crisi in merito alla quale i partiti tradizionali si sono dimostrati incapaci di proporre soluzioni.
Michela Grotto
Liberi Cittadini per il Polesine
Il segnale di partenza l'ha dato Renzi facendo un'affermazione sul numero di usl per regione rapportato al numero di province, chiaramente riferita al Veneto.
Parte dunque da qui l'asta al rilancio per decretare chi, tra i candidati presidente in corsa, abbia più a cuore la salute dei veneti.
Peccato che ci si trovi davanti all'ennesima operazione propagandistica offerta da due partiti che hanno permesso, ognuno giocando le sue carte, l'adozione di un piano socio sanitario che va nella direzione della trasformazione dell'assistenza sanitaria da diritto a privilegio.
Il territorio del Polesine, riconosciuto sulla carte come area a bassa densità abitativa con specificità da salvaguardare, a distanza di tre anni non solo non ha avuto alcun beneficio da quel piano sanitario, ma sta continuando a perdere pezzi, mentre restano lettera morta gli ambulatori dei medici di base aperti, se non 24 ore al giorno come promesso, almeno 12.
Innegabile la responsabilità delle amministrazioni comunali e delle conferenze dei Sindaci, incapaci di difendere uno dei servizi più essenziali per la nostra popolazione. La lista civica Liberi Cittadini, in cui si presentano tre esponenti del Comitato per l'Articolo 32, oltre a me, Lucilla Palmisano e Vanni Destro, considera la sanità uno dei pilastri di una buona amministrazione per le tante implicazioni nella vita dei cittadini che comporta.
Di sanità abbiamo bisogno tutti dal momento in cui apriamo gli occhi a quello in cui li chiuderemo e mai, mai, dobbiamo essere lasciati soli.
Tutto ciò senza dimenticare che tra ambulatori, ospedali, servizi d'assistenza e indotto, la sanità rappresenta il maggior datore di lavoro per la nostra gente, gente che sta pesantemente pagando gli effetti di una crisi in merito alla quale i partiti tradizionali si sono dimostrati incapaci di proporre soluzioni.
Michela Grotto
Liberi Cittadini per il Polesine
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