Lascia perplessi e fa pensare.
Sulla scarsa per non dire nulla, autonomia del nostro sindaco, c’è poco da aggiungere.
L’avevamo vista durante le manovre, iniziate solo pochi giorni dopo le elezioni, per l’assunzione di un nuovo dirigente, con la creazione di un settore praticamente "ad persona".
L’abbiamo ritrovata con la mancata stabilizzazione dei due precari nonostante reiterate promesse puntualmente tradite.
L’abbiamo incontrata in altre occasioni meno eclatanti, ma non meno significative, per averne la prova con la defenestrazione di Panetto su precise pressioni della Lega Nord.
Adesso è la volta di Maltarello, poco gradito al suo partito, il Pdl, ed in particolare a colui che, sempre più, sembra essere il vero manovratore della politica adriese, ovverosia l’assessore al bilancio Federico Simoni.
Del resto Barbujani si accontenta di poco, un po’ di risalto ai venerdì d’estate, la sfilata di assessori alla notte bianca, il contentino del rifacimento del corso, la figuraccia fatta fare alla giunta sull’intitolazione del liceo screditandola su decisioni già prese all’unanimità.
Bazzecole per il giovane, rampante assessore che nelle difficoltà ha dimostrato di sapere bene come cavarsela e che nelle riunioni di giunta scomode, brilla per l’assenza.
Questa volta ad imporre la decisione al sindaco è stato il Pdl, nel caso di Panetto, la Lega. Sempre pressioni esterne, alle quali Barbujani non sa, o non vuole, porre resistenza.
Ma questa volta è peggio, perché il Pat è affare grosso, si mettono (o non si mettono) paletti importanti checché se ne dica e magari un cane sciolto come Maltarello avrebbe potuto risultare scomodo; meglio dunque qualcuno di più vicino, qualcuno di malleabile, qualcuno soprattutto che abbia già dimostrato di saper stare al gioco al punto da difendere l’indifendibile.
Da qualsiasi parte la si guardi è una brutta faccenda, una sinfonia di note stonate, che prima finisce, meglio è.
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