Rifondazione Comunista del Polesine esprime il proprio sostegno e la propria solidarietà ai lavoratori del settore turismo e ristorazione oggi in sciopero contro la decisione della FIPE di recedere dal contratto nazionale.
Inaccettabile, in un momento già duro per i lavoratori, il tentativo di cancellare 14^ mensilità, gli scatti di anzianità, le tutele sulla malattia e gli aumenti salariali. E' inoltre gravissima la minaccia, purtroppo comune anche ad altri settori del lavoro, alI'unicità del Contratto Nazionale del Turismo, messo in discussione da intollerabili pratiche di disdette unilaterali da parte di diverse associazioni di rappresentanza (vedi Angem), in un settore in cui anche per la frammentazione dei posti di lavoro, l’assenza di un contratto nazionale rischia di comprimere ulteriormente i diritti dei lavoratori.
Come sempre capita in Italia, le organizzazioni datoriali cercano ancora una volta di scaricare i costi della crisi sui salari dei lavoratori, dimenticandosi che in tal modo non si fa altro che aggravare la crisi stessa.
Piuttosto la Fipe - Confocommercio e le altre organizzazioni datoriali si mobilitino, insieme ai sindacati, per chiedere al governo delle misure serie per rilanciare l'occupazione e i livelli salariali nel nostro Paese. Perché finché la gente non arriva alla terza settimana, di sicuro non avrà la possibilità di andare al bar, al ristorante o di farsi una vacanza in albergo.
Le misure contenute nell'ultima legge di stabilità non solo non intervengono nel contrastare la crisi, ma anzi tendono ad aggravarla. A conti fatti, da queste norme ne escono colpiti tanto i lavoratori quanto gli imprenditori onesti. Ancora una volta gli unici vantaggi sono per banchieri, finanza e speculatori. Per questo, anziché cercare di distruggere ancora di più il potere d'acquisto dei lavoratori, sarebbe più lungimirante rivendicare dal governo politiche di rilancio dell'economia reale.
Lorenzo Feltrin
segr. prov. Rifondazione Comunista
Nessun commento:
Posta un commento