L’opportunità di costruire una mentalità e una visione della realtà più aperta e disponibile, per comprendere meglio l’umanità che ci circonda ed essere in grado di capire il veloce sviluppo del mondo d’oggi, non potrà esserci data fino a quando chi ha il dovere istituzionale di dare il buon esempio non smetterà di instillare nelle persone la paura del “diverso” , bastano infatti pochi argomenti di facile presa: “ dobbiamo aiutare prima i nostri concittadini …. l’immigrazione comporta costi che poi ricadono sugli esodati, sui disoccupati, sui giovani ecc. ecc. “ , perché questo processo, tendente alla conoscenza di persone da noi diverse ma sostanzialmente uguali, non si completi.
Se poi a queste facili considerazioni si aggiungono anche la visione di video immessi in rete che fanno risaltare volutamente solo uno degli aspetti legati all’immigrazione, il gioco è fatto.
E’ molto facile dare la colpa agli ultimi arrivati, piuttosto che ammettere che la situazione economica di un Paese come il nostro è critica grazie a Governi inadeguati, alla corruzione dilagante, ad una evasione fiscale vergognosa, al lavoro nero in aumento per cui chi ha bisogno di lavorare è costretto ad accettare condizioni di lavoro capestro.
Da lungo tempo aspettiamo che chi è al potere, sia centrale che periferico, prenda posizione sulle tematiche del lavoro, che manca, sugli investimenti da trovare per dare nuove possibilità all’economia, sulla necessità di garantire a chi lavora, bianco o nero che sia, una retribuzione adeguata, oltre alla sicurezza sul posto di lavoro. E tanto altro. Ma questi argomenti devono essere messi da parte, l’attenzione deve essere distolta perché non ci si renda conto delle colpe fin troppo evidenti del nostro sistema politico, e soprattutto di chi ha avuto la possibilità di governare bene e non l’ha fatto.
In questi giorni il termine razzismo è apparso più volte sui giornali e sui social network locali, con un andirivieni di interpretazioni sul suo significato, la locale Lega Nord lo definisce, in maniera elementare e semplicistica, quando si discrimina una razza per agevolarne un’altra.
Ma il termine sottende ad un significato molto più pericoloso, che giustifica la supremazia di una etnia su un’altra e intende realizzarla attraverso politiche discriminatorie e persecutorie, e razzista è colui che fa propria tale ideologia, fondata su un’arbitraria distinzione dell’uomo in razze.
Fare passare tale ideologia come necessaria in questo momento di crisi economica è volere mettere gli uni contro gli altri, poveri contro poveri, ed è una operazione eticamente scorretta e pericolosa, può risvegliare sentimenti negativi di cui non abbiamo bisogno. Fino ad ora Adria è stata una città accogliente, che non ha vissuto e non vive particolari problemi legati all’immigrazione, le comunità straniere presenti sul nostro territorio sembrano bene integrate, e sono loro stesse che condannano eventuali episodi di violenza dai quali prendono responsabilmente le distanze. Se accadono episodi di delinquenza comune, imputabili sia a italiani che a stranieri , le Autorità competenti, Sindaco e Prefetto, hanno tutti gli strumenti per intervenire.
Le nuove norme che regolano le assunzioni nella P.A. recepiscono una legge dell’Unione Europea, la Legge Europea 2013, che bisogna ben interpretare prima di usarla per fare propaganda politica di bassa qualità. Il tentativo mistificatorio di fare risaltare solo gli aspetti negativi dell’immigrazione per portare la discussione sul terreno sicuro del “padroni in casa nostra” non cancella il fatto che la forza lavoro degli immigrati è stata determinante per la nostra economia, che certi italiani si sono arricchiti sulle loro spalle pagandoli in nero, che le nostre scuole possono rimanere aperte in molti casi solo per la presenza di bambini stranieri. Gli sbarchi degli immigrati, che quasi sempre scappano da guerre e miseria, sono organizzati da gente spietata che guadagna anche dalla loro morte. Chi ci vende gingilli vari nelle spiagge lo fa per continuare a pagarsi gli studi o per mandare qualcosa a casa. I benestanti e benpensanti dimenticano che la miseria degli uni crea troppo spesso ricchezza per altri.
Le forze politiche che finora hanno sostenuto la tesi del rispetto per gli immigrati in regola, purchè non pretendano più di quello che la loro condizione di stranieri può offrire, non rappresentano certamente la maggioranza dei cittadini adriesi, perché di intolleranza si è cominciato a parlare con l’Amministrazione attuale.
A questo punto si rende però necessaria e irrinunciabile una presa di posizione del Sindaco di Adria, che deve rappresentare lo spirito della città che si è preso l’impegno di governare. Siamo sicuri comprenderà che, alimentando i conflitti sociali non si risolve la crisi e nemmeno si risolvono i tanti problemi ancora aperti della città. Per coprire il vuoto di idee progettuali che Adria sta sopportando, si rischia di fare cadere la nostra comunità nell’isolamento più totale, e di spingerla verso un anacronistico futuro di chiusura e rifiuto del cambiamento. E il senso della modernizzazione spesso sbandierata perde di significato.
Firmatari della presente:
IDV Simonetta Girardi Impegno Comune Leonardo Bonato
SEL Lanfranco Milani Rifondazione ComuneAndrea Tecchiati
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