Alcuni rappresentanti del Comitato Delta Nostro si sono incontrati con degli attivisti di Finale Emilia per confrontarsi sulle questioni dei rispettivi inceneritori a Biomassa (chiamarle centrali è una presa in giro) di Porto Viro ed, appunto Finale Emilia, entrambi figli di progetti di riconversione degli zuccherifici. Dopotutto, la stessa Coprob ha definito le centrali gemelle, quindi il Comitato ha deciso di inaugurare questo gemellaggio andando ad informarsi su come stanno andando le cose in Emilia. Le criticità fra i due progetti sono le stesse: mancano i contratti di filiera per l’approvvigionamento delle materie prime da bruciare, la ditta costruttrice la sta tirando lunga sui tempi, i tanto sospirati posti di lavoro non arrivano, le amministrazioni latitano sulla tutela della salute dei cittadini – sugli impatti devastanti sulla salute procurati dalle centrali si potrebbero tenere conferenze intere - . Una buona notizia che gli amici di Finale hanno dato, è che alcuni parlamentari nazionali ed europei stanno portando la questione in Europa. Infatti i fondi stanziati dall’Europa per questo tipo di riconversioni sarebbero dovuto servire per mantenere le produzioni e le filiere agricole dei territori. Ma col passare del tempo si è visto che le ricadute positive sulle filiere locali di questi progetti non rispondono alle previsioni dell’Europa: sono progetti che stanno in piedi solo grazie ai fondi pubblici. Le ditte si costruiscono gli inceneritori a gratis, prendono gli incentivi pubblici, ed arrotondano con quel poco di energia che producono. A breve verrà quindi posta una Interrogazione a Bruxelles per chiedere conto del mancato ritorno sui territori dei fondi destinati dall’Europa per centrali (pardon, inceneritori) di questo tipo.
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