Apprendiamo dalla stampa della visita a Parco Langer effettuata il 9 ottobre dalla Soprintendente Gianna Gaudini, accompagnata dal Sindaco Piva, dagli assessori Piscopo e Bimbatti e dal dirigente Ferlin, visita tenuta rigorosamente segreta, così come segreta è stata tenuta la nota della Soprintendenza che comunicava l’avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo culturale sull’ex poligono di tiro, nota che risale all’11 luglio di quest’anno.
Non sappiamo chi e a quale fine abbia richiesto questo sopralluogo, ma ripetiamo ancora una volta che ogni tentativo di far accettare alla città l'ipotesi del tracciato a sud del Ceresolo si rivelerà infruttuoso. Da quel lato del canale non esistono i presupposti logici e razionali, tecnici e ambientali per far passare una strada! Per constatarlo, basta il semplice buon senso e non staremo qui ad elencare, ancora una volta, la lunghissima serie di ragioni a sostegno di questo dato auto-evidente che solo la Giunta comunale e Veneto Strade si ostinano ad ignorare.
Comunque sia, confidiamo pienamente nell’obbiettività e nell’imparzialità della Soprintendente nella valutazione degli aspetti oggettivi di sua competenza.
Ribadiamo anche il fatto che, a differenza di quanto vorrebbero far crede gli esponenti di Giunta, l'anello viario intorno alla città potrebbe essere comunque completato seguendo i percorsi alternativi di via Clatafimi, tra l'altro molto meno costoso, e del P.R.G., con sbocco al Cen.Ser., area strategica che meriterebbe essere meglio servita dalla viabilità. Come dicevamo, è il semplice buon senso che mostra, con ogni evidenza, che il progetto di Veneto Strade rappresenta il massimo danno che si possa infliggere alla città nell’operazione di chiusura dell'anello viario.
Riassumendo, l'ipotesi progettuale sul tavolo:
- nuoce all'ambiente, alla salute ed alla vivibilità;
- compromette la sistemazione urbanistica della città e la realizzazione del Parco cittadino che Rovigo attende da sempre;
- interferisce con la salvaguardia del bene monumentale rappresentato dall'ex poligono di tiro;
- non tiene conto dei tracciati alternativi meno costosi e dannosi.
É dall'inizio di questa vicenda che i comitati cittadini chiedono un pacato confronto di merito con gli amministratori comunali, confronto mai accettato e neppure preso in considerazione dalla Giunta Piva: ma cosa devono fare i cittadini per essere ascoltai da chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica? Ribadiamo ancora una volta la nostra richiesta di un confronto pubblico con la Giunta e Veneto Strade sulla questione del Passante, confronto nel quale portare e soppesare le opposte ragioni davanti alla cittadinanza. Confronto che la stessa normativa europea in termini di partecipazione popolare alle scelte pubbliche prevede (Convenzione di Aarhus).
Lo stesso giorno del sopralluogo, Zaia, nella rievocazione della tragedia del Vajont, ha dichiarato che “essa avvenne perché le popolazioni non furono ascoltate”: abbiamo scritto ormai molto tempo fa a Zaia del danno irrimediabile che il progetto del Passante Nord infliggerebbe alla città: non si è mai degnato di risponderci; quando si deciderà il Presidente della Regione, e la politica in generale, a passare dalle parole ai fatti? Quando potrà ricostituirsi quel rapporto virtuoso tra cittadini ed amministratori che alla base di ogni sana democrazia?
Vorremmo che il Sindaco Piva si decidesse a rispondere ad una domanda tanto semplice quanto dovuta: perché si vuole far passare a tutti i costi la strada proprio lì. Quali sono le reali ragioni di questo insensato accanimento?
Il dovere del Sindaco di rispondere a questa domanda è legato alla necessità di motivare pubblicamente scelte che hanno così grande rilevanza per le sorti della città, sorti delle quali egli non può certo disporre arbitrariamente!
Rete dei Comitati Cittadini
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