Un terzo settore funzionale, strutturato e soprattutto sostenuto e coordinato dalla Regione. Di questo il candidato consigliere regionale del Pd, Sandro Gino Spinello, ha parlato con alcune associazioni di volontariato ad Adria su iniziativa di Aldo Varolo, riconosciuta figura del volontariato adriese e con cui ha condiviso problemi e possibili soluzioni.
“Il sociale in questi anni ha avuto una costante diminuzione delle risorse - afferma Spinello - nonostante il ‘modello veneto’ sia stato negli anni passati un esempio di integrazione perfetta tra sociale e sanità. Oggi, quindi, di fronte ad un mutato quadro economico occorre mettere in campo un piano di lavoro straordinario delle fasce deboli per tutelarle e integrarle, nel quale ha un ruolo fondamentale e prezioso il volontariato, che e questo può essere fatto sfruttando le risorse comunitarie, le risorse pubbliche e quelle private come le fondazioni. Le possibilità ci sono, bisogna coglierle”.
Secondo il candidato, poi, nel settore c’è una questione a cui occorre prestare particolare attenzione: il personale. “Nella gestione delle emergenze, infatti, a volte si propongono cooperative che offrono un servizio ad un prezzo talmente basso che non va a coprire nemmeno i costi di gestione e quindi del personale. Questo accade, purtroppo, perché ci sono realtà che non si comportano in maniera corretta con i propri dipendenti, assumendoli con contratti farlocchi e quindi pagandoli pochissimo o non pagandoli affatto. E’ necessario, quindi, vigilare sulla qualità del servizio erogato e sulla tutela del personale dipendente anche attraverso la creazione di standard regionali”.
Fondamentale, secondo Spinello, oggi più che mai, è il ruolo che ricopre il volontariato che per il candidato deve essere un vero e proprio interlocutore per le istituzioni. “Le associazioni sono un valore preziosissimo - afferma - perché hanno la capacità di leggere i bisogni della popolazione e possono aiutarci a capire cosa si possa mettere in campo. Essendo molte le associazioni si potrebbe pensare anche ad un ruolo di coordinamento territoriale a livello regionale per evitare che ci siano più associazioni che si occupano in maniera separata della stessa cosa. Fare rete e collaborare è fondamentale più che mai in questo settore”.
La necessità, quindi, è quella di una ristrutturazione del terzo settore che preveda, inoltre, anche un controllo della gestione dei fondi di rotazione regionale: “Direi che è arrivato il momento di smetterla con i soldi dati solo agli amici degli amici - continua Spinello - occorre una gestione basata su progettualità e servizi, non su nomi e amicizie. Ripartiamo da chi lavora e conosce il territorio, premiamo chi sa cosa fare”.
Un incontro proficuo, quello con le associazioni del territorio che ha permesso a Spinello di confrontarsi con un mondo che è fondamentale per il Polesine e l’intera regione: “In un momento di forte impoverimento culturale in cui la Regione ha scelto di non investire nel welfare reale - conclude - serve più che mai una svolta che porti ad avere degli enti locali che coordinino le attività per garantire integrazione alle fasce più deboli, sempre più in difficoltà. Le risorse ci sono e basta saperle utilizzare, quindi è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare e grazie ad un terzo settore vivo come quello che c’è sul territorio, ad una cooperazione sana e al lavoro dei volontari, si può riportare il welfare Veneto ad un livello d’eccellenza”.
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