Difendere il Cra di Rovigo in via Amendola non è e non deve essere un affare politico, va difesa la finalità, che è quella di intervenire con bassi costi farmaceutici verso pazienti bisognosi come i malati terminali, i malati di cancro sottoposti a terapie chemioterapie e radioterapie, a pazienti affetti da malattie croniche irreversibili tipo SLA e distrofia muscolare, pazienti affetti da Alzheimer e da morbo di Parkinson , in cui è ormai dimostrato scientificamente l’effetto positivo nell’uso dei cannabinoidi. Tutti bravi a cavalcare l’onda mediatica, poi la politica sparisce e rimane il paziente con le sue difficoltà.
Ci dimentichiamo che è già s-fumata, per via della delibera attuativa della giunta regionale n° 2526 del 23 dicembre 2014 , la legge regionale del Veneto del settembre 2012 che riconoscere la valenza terapeutica della cannabis ad uso medico a tutte queste malattie.
Il decreto attuativo si schiera probabilmente anche contro il Ministero della Salute, che in accordo con il Ministero della Difesa, autorizzava dal settembre 2014 la coltivazione e la lavorazione della cannabis a scopo medico nello stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (con cui il Cra di Rovigo collabora). La scelta della canapa terapeutica produce un vero risparmio economico (oggi gli unici farmaci autorizzati costano circa 800 euro a fiala, contro i circa 10-20 euro al grammo qualora il cannabinoide fosse prodotto “in casa” nello Stabilimento di Firenze). Questo accordo tra ministeri, nasceva dalla proposta dei deputati del movimento 5 stelle in commissione difesa del 19 marzo 2014.
Ma forse non dobbiamo stupirci più di tanto se la Regione Veneto, virtuosa “a sentir loro”, decide di fare marcia indietro per il solo motivo economico, visto che l’operazione di apertura alla totalità dei pazienti sarebbe costata alla Regione circa 500 mila euro, mentre con la decisione –attuativa- la spesa si fermerebbe solamente a 100 mila euro/annui.
E’ evidente che è la solita vecchia politica, che legifera per i consensi unanimemente ed in “pompa magna” come nel 2012 e due anni dopo, con i buchi nel bilancio che si ritrova, è disposta a tornare sui suoi passi fregandosene dei malati. La sanità deve salvaguardare il malato e non il bilancio, lo dice la costituzione.
Rizzi Federico
Gdl Sanità Veneto
Candidato Elezioni Regionali
Rovigo e Polesine
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