“Era il 29 settembre scorso, quando ho presentato un'interrogazione al presidente della Giunta regionale chiedendo se considerasse congrua la gestione dell'Ater di Rovigo e auspicandomi che facesse luce sulla pessima gestione dell'ente che si occupa degli alloggi per le famiglie disagiate. Ovviamente Zaia era già troppo impegnato nella sua infinita campagna elettorale per occuparsi delle questioni che evidentemente reputa meno importanti come il diritto alla casa.
Da allora però sono stati i fatti a rispondere, con la pantomima degli emolumenti che i responsabili della mala gestio dell'Ater di Rovigo si sono comunque voluti attribuire nonostante l'esplicito diniego da parte della Regione.
E ora arriva giustamente la diffida da parte della Regione e la richiesta di chiarimenti sull'affidamento dell'incarico ad un avvocato per difendere il compenso non dovuto.
Non solo, ma sembra farsi concreta la possibilità che Rovigo perda, oltre ai due milioni e mezzo già deliberatamente gettati al vento da questo consiglio di amministrazione, anche i due milioni per la vicenda delle case non costruite in via Bramante”.
Graziano Azzalin è un fiume in piena e non esita a definire “una vergogna” quello che è accaduto all'Ater. Nell'interrogazione presentata a settembre si ripercorrono tutte le tappe di “una vicenda – spiega - che ha dell'incredibile e che ha visto perfino la rimozione da parte dell'allora presidente della Provincia Tiziana Virgili dell'unica voce che si era levata per sottolineare che si stavano commettendo gravi errori, quella di Loris Brusco, sostituito con Gino Spinello”.
“Il 10 ottobre 2012 i consiglieri dell'allora cda dell'Ater Lores Brusco e Luciano Marangoni – ricorda Azzalin - convocano una conferenza stampa per rimarcare il loro dissenso sulle scelte intraprese dalla presidenza relativamente alla gestione dell'intervento in via Bramante.
Il presidente Guarnieri rispose dicendo che era tutto campato in aria, salvo poi rimangiarsi tutto due anni dopo quando i fatti hanno dato ragione ai due consiglieri, uno dimessosi e l'altro silurato. Stiamo parlando di milioni e mezzo di euro gettati al venti per realizzare alloggi per le famiglie disagiate, per anziani e giovani coppie e contrastare l'emergenza abitativa.
Ma ci sono altre cose sulle quali l'Ater di Rovigo ha ritenuto opportuno dedicare il proprio tempo, come richiedere un parere 'pro veritate' da parte di un noto avvocato per evitare di doversi azzerare i compensi così come previsto dalla legge. Questo sì che ha visto impegnato il presidente dell'Ater in una indubbiamente nobile battaglia di principio: gli oltre cinque milioni gettati al vento per realizzare case popolari no, ma sul suo compenso non si transige”.